La giovinezza di Bert Hellinger

All’età di 17 anni, Bert Hellinger fu arruolato nell’ esercito come soldato. Catturato nel 1944, fu fatto prigioniero di guerra. Riuscì a fuggire soltanto un anno più tardi, e, rientrato in Germania, entrò nell’Ordine dei Missionari Mariannhill. Cinque anni più tardi fu ordinato sacerdote e successivamente inviato nella diocesi vicino a Durban, in Sudafrica. Completato un corso di laurea rivolto all’istruzione superiore divenne insegnante e fondò una casa-seminario per gli studenti che desideravano seguire la carriera ecclesiastica.

La Missione

Fu poi trasferito in una missione, iniziando così le sue attività come missionario e sacerdote. Si dedicò con cuore e anima a questo lavoro e assunse la cittadinanza sudafricana. In Sudafrica fu a stretto contatto con gli Zulù, di cui imparò la lingua e fu molto colpito dall’ordine familiare che mostravano le tribù. I figli avevano un grande rispetto per i propri genitori e per le regole insite nella tribù stessa. Tutto dimostrava un ordine e un rispetto inusuali. Stava pianificando di trascorrere il resto della sua vita lì, quando grazie al confronto con un formatore della chiesa anglicana la sua vita cambiò in maniera imprevedibile. Il contatto con i preti anglicani, esperti nelle dinamiche di gruppo, lo appassionando a quel ramo pratico del sapere psicologico. Fu proprio grazie a una domanda provocatoria posta da uno di loro che Bert Hellinger spostò l’attenzione dalla Chiesa con le sue leggi, all’uomo.

Bert Hellinger e il vero sacerdozio

Dopo 18 anni in Africa fu trasferito in Germania e divenne il direttore del seminario sacerdotale dell’Ordine Mariannhill a Würzburg. Allo stesso tempo iniziò la psicoanalisi, allontanandosi interiormente sempre di più dall’ordine religioso e cominciò a frequentare lezioni di psicologia all’università della stessa città. Cominciò a tenere corsi sulle dinamiche di gruppo e divenne trainer del gruppo di lavoro tedesco. Successivamente intraprese la sua formazione come psicoanalista, integrandola con le conoscenze delle dinamiche di gruppo.

Nel 1971, due anni dopo il suo ritorno dall’Africa, Bert Hellinger lasciò l’Ordine Mariannhill dimettendosi dal sacerdozio. Non poteva più fare parte della Chiesa perché a suo modo di vedere Dio è abbondanza e non carenza ed espiazione. Solo allora sentì di essere un vero sacerdote, potendosi finalmente rivolgere in libertà agli altri esseri umani dal profondo del cuore. Sposò in prime nozze la moglie Herta, assistente sociale e psicologa, che come lui aveva rinunciato all’ordine religioso.

Gli studi

Dopo il sacerdozio, Bert Hellinger lavorò come psicoterapeuta e la sua reputazione si accrebbe fino ad essere considerato il principale terapista di gruppo in Europa. Sempre aperto a nuove aree e metodi di formazione al servizio delle persone, si dedicò alla terapia primaria, alla terapia della Gestalt, all’Interazione Centrata sul tema (TCI) secondo Ruth Cohn, alla PNL e all’analisi bioenergetica. Si occupò anche di terapia ipnotica e di programmazione neurolinguistica con Milton Erickson, si avvicinò alla terapia familiare di Virginia Satir e alla terapia provocativa di Frank Farrelly. All’inizio degli anni ’80 incontrò Thea Schönfelder in Germania, la prima a usare la messa in scena dei rappresentanti senza prescrivere gesti o frasi che forniscono un primo bagaglio di informazioni, al contrario di quanto avviene nello psicodramma di Moreno. Studiò l’analisi transazionale e l’analisi del copione di Eric Berne.

Le scoperte di Bert Hellinger

Quest’ultimo passaggio fu fondamentale. Berne definisce infatti il copione “un piano di vita che si basa su una decisione presa durante l’infanzia”. Intuì che la maggior parte dei copioni non sono creati dalla persona stessa, bensì sono i copioni, ossia i destini, di altri membri appartenenti alla famiglia: chi viene dopo è costretto a replicarli.
Bert Hellinger aveva così elaborato un nuovo concetto di coscienza collettiva, e introdotto un nuovo paradigma: l’irretimento. Elaborò le dinamiche delle coscienze e gli Ordini dell’Amore.

Questi ultimi sono semplici leggi a fondamento della vita, che agiscono come leggi universali esattamente al pari di altre, citiamo ad esempio la legge di gravità. La violazione di questi ordini porta inesorabilmente a difficoltà nelle relazioni ma anche nella salute e persino nelle finanze. Viceversa, il loro rispetto non solo trasforma la vita dell’individuo, ma quella di tutti.
Dagli anni ’90, Bert Hellinger incominciò a presentare le Costellazioni Familiari all’estero con grande successo.

Dalle costellazioni familiari alle costellazioni spirituali

Nel 2003 sposò la sua seconda moglie, Sophie Erdödy, assidua frequentatrice dei suoi seminari, la cui esperienza nel campo della relazione d’aiuto, della medicina complementare ed energetica, avrebbe poi contribuito in modo determinante allo sviluppo delle Costellazioni Familiari e poi delle Nuove Costellazioni Familiari, le Costellazioni Spirituali, in un sodalizio matrimoniale ed intellettuale. A lei si deve la fondazione della Hellinger®schule, scelta per dare la possibilità a chiunque lo desiderasse di apprendere la tecnica delle Costellazioni Familiari direttamente alla fonte a Bad Reichenhall, dove tuttora si tengono i Camp internazionali.
Nel 2005 Bert e Sophie crearono la Hellinger®sciencia, la scienza universale delle relazioni.

Bert Hellinger e i riconoscimenti mondiali

Gli anni Duemila sono anni di intensi riconoscimenti a livello mondiale. Solo per citarne uno, nel 2004 il Light Harmonics Institute di Washington D.C e la Open International University for Complementary Medicine gli riconobero il Certificate of Excellence, premio Nobel alternativo per la medicina integrativa, per aver contribuito ad un movimento di guarigione globale. Dal 2018 le Costellazioni Familiari sono state ufficialmente riconosciute come una delle pratiche integrative e complementari dal ministero della salute pubblica in Brasile e sono entrate nei tribunali come metodo di risoluzione delle controversie.

Bert Hellinger ha scritto e pubblicato più di cento libri, tradotti in 38 lingue con successo in tutto il mondo.

La fine è l’inizio

Il giorno della sua morte, avvenuta il 19.9.2019, è stato scelto da Bert Hellinger in modo attento, come ha scritto Sophie Hellinger. Il numero 9 rappresenta nella numerologia il compimento dell’individuo insieme alla realizzazione dei suoi desideri, ma anche la fine di un ciclo e l’inizio di un altro. Come lui diceva, “La fine è l’inizio”.