La comunicazione che unisce
Lo strumento del “confronto emozionale”, che parzialmente si sovrappone alle costellazioni familiari, è di grande aiuto per far fluire pace e amore.
È l’esperienza del dialogo con il rappresentante di una persona a propria scelta con la quale nella vita reale si hanno problemi.
Con il metodo del confronto emozionale di Jirina Prekop è possibile sciogliere i blocchi comunicativi e trasformarli in nuove, grandi opportunità di dialogo e pace. La comunicazione prende un nuovo corso. Si impara a parlare, ad ascoltare. Finalmente si è ascoltati.
Non avevo un buon rapporto con mio marito, siamo arrivati molto vicini al punto di rottura ma la presenza di tre figli piccoli mi aveva fermato. Questa primavera arriva una mail di Daniela sul confronto emozionale ed incuriosita da questo strumento decido di partecipare. Durante il tragitto in treno penso a chi rivolgermi durante il confronto ma zero idee. Quando iniziamo a lavorare arriva l’intuizione di rivolgermi a mio marito. Ho sempre visto mio marito come un marito poco presente e come un padre sempre assente. Non ha mai preso una posizione o una decisione per i ragazzi e mi sono sentita per anni sola e non vista come moglie. Eravamo due vedovi sotto lo stesso tetto e nello stesso letto. Durante il confronto ho capito che il suo comportamento non era disinteresse ma estremo rispetto verso la mia persona. Il mio essere troppo presente ed essermi sostituita a lui nelle scelte non gli ha permesso di vivere il ruolo che gli apparteneva. Sono rimasta basita da tale scoperto e l’ho apprezzato per quanto ha “sopportato” in questi anni senza mai avere detto nulla, per troppo amore verso me e i nostri ragazzi. Daniela ha ribaltato il mio punto di vista e ogni giorno apprezzo e stimo sempre più l’uomo che ho accanto. Con fatica mi sono messa al mio posto, fatica perchè quel ruolo era per me inusuale. Durante il viaggio di ritorno arriva un suo messaggio dove mi comunica di aver regalato a nostra figlia uno stage di danza classica, come premio per l’esito del ciclo scolastico concluso. Mi sono resa conto quanto sia bello essere amata e protetta da lui e per assurdo più resto nel ruolo di donna più lui si mette al mio servizio. Anche la nostra vedovanza è finita. I ragazzi si sono calmati e la sua presenza li ha resi più forti. Le sue regole sono viste con maggior rispetto e il ruolo di accoglienza mi calza decisamente meglio di quello di carabiniere. Si è avvicinato persino alla mia visione più spirituale della vita: siamo appena rientrati da un week-end di meditazione in Alto Adige. Pensavo non volesse partecipare ed invece ne è rimasto entusiasta.
Elisabetta