Il successo nel lavoro parte dalla madre

In questi giorni ho riflettuto molto sul lavoro che sta riprendendo per tutti in modi nuovi e talvolta inesplorati. Il coronavirus ci ha messo di fronte a qualcosa di inaspettato: alla nostra stessa sopravvivenza e a tutte le sfaccettature che comporta reinventarsi, da zero o con adeguamenti alla situazione che stiamo affrontando.

Questo mi ha condotta nella direzione della ricerca del significato dietro questo simbolo. Essendo esperta di costellazioni lavorative so bene che il lavoro è collegato alla figura materna. L’attività lavorativa cresce e prospera se siamo in connessione energetica profonda con nostra madre. È lei che ci ha nutriti per prima attraverso ogni sua cellula e il lavoro per estensione è nutrimento, ci permette di essere sostentati e di esistere.

Se vogliamo ripartire lavorativamente allora incominciamo con il guardare le nostre origini, che hanno avuto inizio da nostro padre e da nostra madre. Riconosciamo quanto lei ha fatto per noi al di là dell’accudimento, al di là delle attenzioni che ci ha dedicato (o che non ci ha dedicato) e andiamo alle radici dell’esperienza stessa dell’essere figli. Abbiamo ricevuto da lei la vita e il primo nutrimento essenziale – senza questo non saremmo qui.

Non esiste la madre perfetta sulla terra, lo è solo in cielo e nel momento in cui come stati di coscienza ancora disincarnati chiediamo a lei di accoglierci nel suo ventre e di nutrirci. È un processo divino, il primissimo accesso alla vita nella materia. Fermiamoci a quell’istante e guardiamo il suo essersi messa a nostro servizio perché potessimo entrare in questa esperienza meravigliosa e sfidante che è vivere la vita.

Ora mi rivolgo a te che stai leggendo: rifiuta di vedere gli ostacoli e cerca di vedere solo le occasioni che ti si pongono davanti senza aspettarti che i cambiamenti di manifestino da soli.
Guarda tua madre con gli occhi interiori e di’ sì a tutto. «Cara mamma, sì a tutto quello che è stato tra di noi, ti accetto completamente.» Il lavoro scorrerà come un fiume pieno dell’essenza della vita.

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Daniela Marzani seduta

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